Il Blog del Gigante

Dove c'è tana c'è casa


Un signore

Sotto la metro è salito un signore che suonava la chitarra. Sporco e con gli abiti lisi ha cominciato il suo breve show per recuperare qualche spicciolo con la sua Eko con cassa bombata tutta rattoppata.

Non ho mai visto nessuno da così vicino suonare così bene. Quelle dita danzavano sulle 6 corde e la faccia di quel signore si apriva in splendidi sorrisi.

Un talento che mi spiace veder così, chissà quali strade ha seguito quella vita per arrivare a dover chiedere spicci a persone in maggioranza indifferenti o ostili.

Io qualcosa gli ho anche dato, ben conscio che non è quasi niente e che si meriterebbe e potrei fare di più…

In bocca al lupo, sconosciuto musicista.


Considerazioni musicali

Stavo sentendo ultimamente l’ultimo singolo del famoso rocker emiliano, noto a Roma e dintorni come Ligabove (non so se per la traduzione di “bue” nel corrispondente dialettale o per il periodo in cui il nostro aveva la tendenza a aggiungere una desinenza “-ve” alla fine di parole con la e allungata – ma a quel punto sarebbe stato “Ligabueve”).
Il singolo è in ripetizione continua su molte radio e il ritornello è una cosa tipo “non ho che tè / non ho che tè”, che, data la pronuncia, all’inizio sembra un inno di un fondamentalista delle britanniche tradizioni pomeridiane o anche il lamento di un barista al quale sono finite le bevande calde.

In realtà il pezzo è, a mio avviso, molto ben riuscito.
Musicalmente si discosta non poco dagli standard del cantante, debordando a tratti in un italico stoner rock.
Il testo invece è la vera parte forte – e qui mi faccio serio – perché tratta della perdita del posto di lavoro (“è la crisi, bellezza”), del dramma di un uomo che non sa più come badare alla famiglia (sia materialmente, sia moralmente) e dei problemi anche dei “padroni”, che molto spesso sentono i propri dipendenti come parte della famiglia…

Devo ammettere, ben fatto.


Grande Principe

degre@auditorium

Prova eccezionale per il Principe De Gregori ieri sera all’Auditorium di Roma. Coadiuvato da una band di musicisti di primo livello – che non ha sbagliato un colpo, ci ha deliziato con due ore e un quarto di pezzi tratti dal suo vasto repertorio, dai più scontati e famosi a delle chicche per intenditori, dai più vecchi ai più recenti.

De Gregori è il cantautore a cui più sono legato e in cui più mi ritrovo. Ha un uso delle parole nei suoi testi decisamente unico e il fatto di parlare quasi sempre per metafore e allegorie rende i suoi pezzi sempre attuali (ascoltatevi un “Viva l’Italia” – 1979 – e ditemi se non ci trovate richiami alla situazione attuale del paese). In ogni pezzo si trovano frasi e passaggi poetici, che a me hanno sempre colpito; ad esempio

[…] stasera sono un libro aperto mi puoi leggere fino a tardi.

è un messaggio d’amore unico nella sua semplicità.

La parte “letteraria” tra l’altro si fonde perfettamente con quella musicale, a volte di vago eco dylaniano, altre volte con richiami alla canzone popolare italiana.

Ovviamente queste sono le mie opinioni di fan, ma consiglio a tutti di andare a vedere un live di questo grande (ultimo?) cantautore.


Concomitanze stellari

Ma solo io vedo concomitanze fra il canovaccio del nuovo film di Nolan (che non ho visto, ci tengo a chiarire) e il pezzo qui sotto?

Ovviamente la canzone non ha le inesattezze scientifiche di cui è accusato il film, essendo stata scritta da un astrofisico

Credits: ||Video|«Queen – ’39 (Official Lyric Video)»|by:Queen Official|Youtube||


Il perfetto manifesto della mia generazione

Al “Ruggito del coniglio” stamattina hanno dato la notizia della reunion dei Vianella (non so quanto seriamente però).
Colgo quindi l’occasione per riproporre la canzone qui sopra (con testo del compianto Califfo).

Da domani comincia er carvario, nun c’è altro da fa’
finirà ‘sto calendario e quarcosa cambierà
semo ricchi de volontà… […]

[…] la speranza nun costa niente
quanta gente c’ha tanti soldi e l’amore no
e stamo mejo noi che nun magnamo mai.

La vedo ottima come manifesto della mia generazione (anche se la canzone è di quella precedente!)…

Credits: ||Video|«♫ I Vianella ♪ Semo Gente De Borgata (Canzonissima 1973) ♫ Video & Audio Restaurati»|from:flaniman2|Youtube||


E il coccodrillo?

Questo pezzo:

o, come meglio cantata da Sio:

ha la stessa impostazione di questo:

Semplicemente fantastico…

Credits:
||Video|«Ylvis – The Fox (What Does the Fox Say?) [Official music video HD]»|from:tvnorge|Youtube||
||Video|«What Does the Fox Say in ITALIANO con Google Translate – Scottecs Parody Cartoons»|by:Scottecs|Youtube||
||Video|«Il Coccodrillo come fa?»|from:gianluca de nevi|Youtube||


Bagliori nell’oscurità

Preceduti da un buon gruppo spalla (i Rhyme) che ha suonato circa tre quarti d’ora, ieri sera i Darkness hanno dato il meglio di sé in un concerto “d’altri tempi“. Sì, perché l’ipotesi più accreditata a questo punto è che siano nati nel secolo sbagliato: sanno suonare (e bene), fanno show, hanno carisma e fanno buona musica. Ci riportano ai fasti del buon vecchio rock’n’roll, quello che oramai si sente solo in dischi in vinile recuperati in qualche garage sale.
Il locale, l’Orion di Ciampino, ben si adatta allo stile della band e consente una fruizione ottimale del concerto, con una discreta acustica.

I Darkness dal vivo sono una macchina da guerra. Justin sembra non stancarsi mai e urla, salta e suona (divinamente) dall’inizio alla fine. Dan e Frankie non sono da meno e sono decisamente migliorati anche tecnicamente da quel concerto che vidi 10 anni fa al Foro Italico. Ed picchia sempre come un fabbro. Alla fine, si è improvvisato un micro-tributo ai Queen, con un immediato coinvolgimento della platea nei cori (poi Brian May mi spiegherà perché non scelse Justin Hawkins per il tour della reunion dei Queen – il ragazzo è troppo matto?). Questa è gente che sa suonare, e nasce con la chitarra in mano, non come molti altri gruppi contemporanei che, depurati dall’effettistica elettronica, non riescono a mettere un assolo in fila. Plettri che volano in continuazione sul pubblico, Dan con la maglietta dei Thin Lizzy, tutto perfetto insomma…

Se potete, andateli a sentire live!