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Sacro Gra

Sacro Gra è un docu-film diretto da Gianfranco Rosi e vincitore del Leone d’Oro a Venezia per il 2013. La pellicola è molto interessante e si contrappone, per storie raccontate, all’altro grande film di quest’anno sulla Capitale, La Grande Bellezza. Se quello era un film molto allegorico sulla Roma dell’alta borghesia e dell’intelligencija capitolina, qui si parla dell’altro 99%, come si usa dire in questo periodo storico. Queste sono le storie di tutti i giorni, per dirla à la Riccardo Fogli, periferiche (non a caso sullo sfondo c’è sempre il GRA), di persone che nonostante i loro piccoli o grandi problemi cercano di tirare avanti lo stesso. Le storie e i personaggi, rigorosamente reali, sono più o meno approfonditi: alcuni ci seguono dall’inizio alla fine (come il portantino dell’ambulanza), altri appaiono solo in una scena (come il prete della chiesa spaziale o madre e figlia che ritinteggiano la stanza di giallo).

Ci sono molti personaggi degni di nota (attenzione, di seguito parlo di alcune delle storie del film: potrebbe essere visto come una sorta di spoiler, sebbene i personaggi vadano comunque visti per essere apprezzati e compresi).
Il portantino, già citato, in giro per il raccordo a recuperare feriti, che poi dopo il lavoro a casa è solo e che ha una madre anziana probabilmente malata di Alzheimer.
Il pescatore di anguille nel Tevere che vive in un barcone e al Raccordo ci passa sotto, non sopra.
Il DJ ecuadoreño, che rallegra la sua nutrita comunità con il suo dj-set sudamericano, non prima aver provato a casa tutta la tracklist.
Il colto e ottocentesco signore con la barba che vive con la figlia, decisamente più legata ai nostri giorni.
Il cacciatore di punteruolo rosso della palma con il suo dramma esistenziale, novello capitano Achab.
Il principe, che per mantenere il suo alto tenore di vita affitta la sua dimora per set cinematografici (vista tra l’altro in Qualunquemente di Albanese) o eventi, e che poi si incontra con i cavalieri lituani di non ricordo quale ordine.

Il film a me è piaciuto, ho apprezzato le storie e ho amato anche la panoramica che viene data di questa Roma, sicuramente una Roma che ho visto anche dal vivo, contrariamente a quella descritta da Sorrentino. Di certo a noi romani il film colpisce molto (e per tutto il film fra amici si fa una specie di telequiz su chi indovina più zone), ma, avendo anche vinto il Leone d’Oro, credo che il film arrivi anche ai forestieri, forse in maniera diversa. L’unica cosa che non ho amato è invece proprio questa volontà di guardare spesso le storie solo dal di fuori, come in un acquario (per esempio tutte quelle del condominio vicino l’aeroporto). Viene creato un distacco che io personalmente non sento e non posso sentire, perché quella lì la mia Roma, quella popolare e vera.

Voto:
Visto ieri sera al Madison di Roma.
Video «SACRO GRA – TRAILER» preso dal canale Youtube di Officine UBU.

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